Hans Holbein - Gli Ambasciatori

sabato 20 luglio 2013

Frammenti...


Scorrendo la mia corrispondenza, trovo questo ritaglio ,finito chissà come e quando, in mezzo a certo materiale con cui apparentemente non c'entra nulla...per questo forse prende risalto....ma ciò che ha lasciato un segno ieri, può riemergere oggi, ed ecco che pubblico questo pensiero adesso:
.........Anche chi si lamenta e vede buio sostiene che c’è voglia di cambiamento, di rinnovamento ma, come diceva Albert Einstein, «Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose». Lo scriveva all’inizio degli Anni Trenta, in un articolo raccolto poi in un libricino che si chiama «Il mondo come io lo vedo». Vale la pena riportare anche il resto della citazione, perché non ho mai trovato qualcosa di più lucido e coraggioso di fronte al buio e alla paura: «È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla»...

mercoledì 10 luglio 2013

Paesaggi,non solo dell'anima...

Nel pensare all'idea di benessere che deriva dal contatto con la natura, cosi' come viene praticata dagli amici di http://www.trekkingitalia.org/ mi viene da ricordare la passione di Freud per i viaggi, e per la montagna. Con la famiglia, era regolarmente nelle montagne del Sud Tirolo, dove alla fatica della elaborazione teorica, alternava il piacere delle passeggiate e dell'andar per funghi, solo o in compagnia, specialmente della figlia Anna. Lì veniva raggiunto dai suoi allievi, durante le estati, e trascorrevano piacevoli momenti di comunione e serenità. Anche l'ultima dimora di Londra lo vide godere il piacere del giardino e la compagnia dell'amato cane.
Ma penso anche al mondo in cui si muove il Cacciatore di Turgenev, un affresco in cui uomini e animali vivono immersi e parte di una natura solenne e mai nemica, sotto la protezione di un magico cielo.
E come non pensare al personaggio a me così caro ,il Flaneur di Walter Benjamin, sospeso e sospinto tra ricerca e assenza di memoria, ad esplorare la selva urbana, la città...