Di ritorno da una giornata un po’ inquietante di Convegno sui
Big Data,come vi avevo preannunciato, riporto velocemente,come work in progress,
alcune informazioni sul tema “oggetto e schema corporeo”. In queste poche righe
mi soffermerò sull'oggetto e farò riferimento alle Esplorazioni Psicoanalitiche
di Winnicott :una raccolta di brevi esposizioni tenute tra gli anni 40 e 70. In un momento successivo cercherò di dire
qualcosa sul contesto in cui ho trovato il riferimento allo schema corporeo (Paula Heimann
e Roger Money Kyrle)
E’ vero non ha forse molto senso porre in relazione due concetti nati da elaborazioni teoriche diverse (oggetto transizionale e schema
corporeo). In ciò che Winnicott elabora e descrive si ritrova comunque in
filigrana ciò che in altri autori risponde ai concetti di immagine corporea schema
corporeo stadio dello specchio “gioco del rocchetto” oggetto piccolo a ….
L'oggetto transizionale viene a costituirsi per il
bambino tra i sei mesi e un anno. Da questo periodo in poi, per un tempo variabile,lo accompagna nel mondo ,che
è ancora soggettivo,e in cui non esiste né il bambino né l ‘oggetto, e lo
sostiene nella esperienza che lo porta verso la percezione oggettiva della
realtà. "Pensando al bambino sulla strada dell'oggettività la natura gli
permette di mantenere una posizione intermedia, come si vede chiaramente nei
casi in cui il bambino utilizza un oggetto transazionale . Un oggetto di questo
tipo rappresenta nello stesso momento il bambino e la madre e entrambe le cose
e nessuna delle due .In questo modo la vita è una piramide rovesciata e il
quesito su che cosa si poggi la piramide rovesciata è un paradosso .Il
paradosso richiede di essere accettato come tale e non di essere risolto .E'
una follia consentita che esiste nella struttura della sanità"...
Questo oggetto partecipa della natura del simbolo .In questo
periodo si sta formando il Se' del bambino che è altro dall'io e "...Si
trova naturalmente collocato nel corpo ma in certe circostanze può dissociarsi
dal corpo o il corpo da esso. Il Se' riconosce se stesso negli occhi e nelle
espressioni del viso della madre e nello specchio che può arrivare a rappresentare
il viso della madre. Alla fine si arriva a una relazione significativa tra il
bambino e la somma delle identificazioni che ,dopo una sufficiente incorporazione
e introiezione di rappresentazioni
mentali si organizzano nella forma di una realtà psichica interna
vivente."...
L'ambiente è fondamentale per l'insediamento della psiche
nel corpo poiché le tendenze ereditarie non sono per questo sufficienti . Ora Winnicott
ci introduce alla questione dell'uso di un oggetto, o dell’ entrare in rapporto
con l'oggetto .Nell’ entrare in rapporto con l'oggetto, il soggetto consente
che certe modificazioni abbiano luogo nel suo Se’. L'oggetto ha assunto un
significato; meccanismi proiettivi e identificazioni hanno agito …”Quando parlo
dell'uso di un oggetto tuttavia aggiungo nuove caratteristiche che implicano la
natura e il comportamento dell'oggetto. Mettersi in rapporto è un esercizio più
facile di quanto non sia discutere la questione dell'uso .Bisogna prendere in
considerazione la natura dell'oggetto come una cosa in sé .Quindi entrare in
rapporto può essere descritto nei termini del soggetto individuale ,e l'uso non
può essere descritto se non in termini di accettazione dell'esistenza
indipendente dell'oggetto. Questo cambiamento però non viene fuori
automaticamente ma soltanto col processo maturativo. “
In altri termini l’entrare in relazione si verifica
attraverso processi di identificazione e proiezione che non necessitano dell’esistenza
autonoma dell’oggetto,mentre l’uso presuppone il tener conto dell’oggetto in sé.
E questa caratteristica può permanere nell’età adulta.
E' di estremo interesse non dimenticare l'influenza kleiniana per cui in W. l’accesso all'oggetto in quanto tale può verificarsi grazie
all'esercizio della distruttività e dell'aggressività, su un fondo ambientale di fiducia(e qui penso al bel lavoro di
Jullien sull’intimità) dato dal comportamento adattivo dell'altro materno. Cioè
il bambino deve poter ritrovare l'oggetto dopo averlo usato malmenato aggredito.Deve
poter riscontrare la sua permanenza nonostante tutto. Da qui nasce la sua salute psichica e la sua accoglienza dell'oggetto in quanto tale.
Non aver potuto esercitare questa aggressività questa
distruttività sull'oggetto porta alla formazione del Falso Se’.
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