Scorrendo la mia corrispondenza, trovo questo ritaglio ,finito chissà come e quando, in mezzo a certo materiale con cui apparentemente non c'entra nulla...per questo forse prende risalto....ma ciò che ha lasciato un segno ieri, può riemergere oggi, ed ecco che pubblico questo pensiero adesso:
.........Anche chi si lamenta e vede buio sostiene che
c’è voglia di cambiamento, di rinnovamento ma, come diceva Albert Einstein,
«Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse
cose». Lo scriveva all’inizio degli Anni Trenta, in un articolo raccolto poi in
un libricino che si chiama «Il mondo come io lo vedo». Vale la pena riportare
anche il resto della citazione, perché non ho mai trovato qualcosa di più
lucido e coraggioso di fronte al buio e alla paura: «È nella crisi che sorge
l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé
stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e
difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle
soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle
persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta
agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di
ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di
crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi
pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla»...
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