Trattando oggi il tema della negazione siamo ancora intorno ai confini.
Abbiamo abbozzato nei due anni precedenti, alcuni percorsi
intorno ai confini ,che ci hanno portato a descriverne le caratteristiche
storiche geopolitiche sociali culturali.
Abbiamo Insomma considerato i Confini come
oggetto via via politico, storico ,sociale ecc ecc.
Ne abbiamo visto le
caratteristiche di elasticità ,porosità...
Abbiamo poi tratteggiato alcuni
affetti come la paura e la rabbia, e le loro componenti di angoscia e di
invidia che pure sono sollecitati dalla realtà del confine.
Abbiamo poi
considerato il confine come dato della Terra dei Padri e della stessa
Funzione Paterna ben espressa dal trait d’ union . La Funzione del Padre
è attiva tra la madre e il figlio ,ma
anche comporta per il bambino l'ingresso nella parola. Lo invita ad affrontare
il limite, il confine tra ciò che si può dire ,tradurre in simbolo,e ciò che
non può essere totalmente detto. C'è un limite connaturato alla nascita del
simbolo,e questo è il senso della castrazione ,dice Lacan,per il parlessere.
Il no pone un limite ,
un confine .
Può essere espressione dell'istanza morale del super io;
Può essere
il risultato degli aggiustamenti dell’io servitore di “tre padroni”,
Processo
che bene vediamo espresso nella negazione cioè nel“non”, il modo in cui l'io
contatta l'inconscio. Si vede bene anche attraverso l'uso del no, della
negazione, la sostanziale funzione di misconoscimento ,di inganno che è propria
dell' io il quale si sostiene su identificazioni e la cui struttura è
dell'ordine del “non volerne sapere” Passione di ignoranza che Lacan unisce
alle altre due passioni dell’essere che sono l'amore e l'odio.( le passioni dell’essere
sono ciò che costituisce l’essere stesso del soggetto nel suo rapporto
con l’Altro: il soggetto è, verso l’Altro, in un rapporto di amore, di odio, di
ignoranza..ma è un modo attivo, di qualcosa che appassiona il soggetto nella sua
relazione con l’Altro..)
Nelle due grandi nevrosi descritte da Freud sappiamo che per l'isterica il no e' volto a mantenere il desiderio. L'isterica dice no perché ha desiderio di un desiderio .
Nella nevrosi ossessiva il no permette all'ossessivo di mantenere il controllo sulla realtà psichica ,senza che elementi di disturbo entrino a decompletarla, ad aprire delle brecce, a costringerlo a interrogarsi .II no tiene la vita fuori dalla realtà psichica dell' ossessivo che rinuncia alla propria soggettività in cambio di adesione a leggi ,norme ,regolamenti ,numeri ,collezioni,ripetizioni ,riti ….mentre nell' isterica il no è la manifestazione della sua soggettività ,che fa obiezione.
Oggi delineiamo alcune
caratteristiche del no ,ovvero della negazione :nel mistero dell'Annunciazione ,come nella insostenibile pesantezza di una figura come Bartleby ,e faremo
un richiamo al diritto al no di cui parla David Cooper ne "La morte della
famiglia".
Il nocciolo del nostro incontro sarà però il breve testo di Freud
sulla Negazione ,1925.
BIBLIOGRAFIA
LA MORTE DELLA FAMIGLIA, DAVID COOPER,EINAUDI
BARTHLEBY LO SCRIVANO, H. MELVILLE,FELTRINELLI
LA NEGAZIONE, SIGMUND FREUD OPERE.1925
BIBLIOGRAFIA
LA MORTE DELLA FAMIGLIA, DAVID COOPER,EINAUDI
BARTHLEBY LO SCRIVANO, H. MELVILLE,FELTRINELLI
LA NEGAZIONE, SIGMUND FREUD OPERE.1925
Nessun commento:
Posta un commento
In alternativa al commento è possiblie inviare una mail a emanuela_marangon@hotmail.com