Angelo D'Orsi
In
questo Paese anche i drammi finiscono in farsa. Matteo Renzi, dopo la
conferenza stampa in cui come in un pranzo familiare ha ringraziato la
moglie e i figli, con tanto di lacrimuccia, alla Direzione del "suo" (in
senso proprio) partito, il sedicente "Partito Democratico" è tornato a
fare il ganzo, lodando se stesso e il "suo" governo. Non un cenno al
referendum, alla disfatta appena subita, e alle sue spiegazioni. Non un
riferimento alla rabbia sociale che lo ha travolto.
Autoreferenzialità e arroganza. Addirittura ora si permette di dettare
le condizioni, mentre i pochi della minoranza interna vengono
sbeffeggiati e aggrediti dalla maggioranza, di cui la fu -"Unità",
prontamente, si rende interprete, con uno zelo degno dei peggiori
momenti del maccartismo, o forse dovrei richiamare il tardo stalinismo
dei Paesi satelliti? Massimo Recalcati (presentato come un gigante della
psicanalisi contemporanea), rilascia una pseudo-intervista al giornale a
dir poco pietosa. Il cui centro è una dichiarazione d'amore a Matteo.
Nicola Piepoli, sondaggista "de noantri", assicura che il consenso verso
Renzi è in aumento: ma dove?! Tra i milioni di italiani a rischio
povertà certificati dall'Istat tre giorni fa?! Un quarto della
popolazione! E Renzi loda i risultati del governo, e riesce addirittura a
pavoneggiarsi.
Intervista di Recalcati all'Unità
Intervista all'Unità
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