Hans Holbein - Gli Ambasciatori

lunedì 1 maggio 2017

Conversazione sui Confini e Globalizzazione- prima parte



Si parla di processi, flussi , di cui è costituita la società complessa .Tentare  risposte ,soprattutto semplici ,del tipo o-o non è che è parziale e soprattutto temporanea consolazione difensiva. Nessuno sa come andrà a finire ,possiamo solo aiutarci guardando indietro ma è vero che il mondo  così come è adesso non è mai stato prima. Perciò siamo davvero nell'ignoto .Tuttavia credo che le parole che ci diranno questi autori vadano dette , e forse potranno mettere in funzione qualcosa di quello che De Gregori intende quando dice "La storia siamo noi" Dai Confini come separazione sono passata piuttosto a lavorare questo tema su un'altra proprietà dei Confini ;quella di essere porosi e anche invisibili .Sappiamo che i Confini sono un oggetto storico-politico dunque dinamico e in certa misura plastico. Hanno anche un carattere ambivalente :cioè allo stesso tempo uniscono e dividono

Conversazione:conversari trovarsi insieme,non è un sapere dall’alto.Mi interrogo e  lo condivido con voi,in un contesto di studio prevalentemente a sfondo Socio-psicanalitico.. 
Ho pensato questa conversazione sui temi dell’oggi ,essenzialmente in riferimento all’Immigrazione su alcuni testi che ho letto….


Confini e Globalizzazione con il conseguente Fenomeno dell’Immigrazione verso l’occidente sono un tema molto caldo  in questo periodo:solo a Torino,I Confini sono il tema del Salone del libro di quest'ann;,se ne è parlato a Biennale Democrazia,ne parlano mezzi di informazione,le riviste,ne parla la gente comune e gli intellettuali,anche la neonata Scuola di Partito del PD,dedica dei seminari a questi temi. 
Molte sono le opinioni e grande è la confusione e la pluralità di idee su come porsi rispetto ad un fenomeno che ormai è chiaro non è un emergenza ma è strutturale, come d’altronde lo sono globalizzazione e  sviluppo tecnologico.
Mentre la  politica dovrebbe stabilire le linee generali, gli intellettuali si dividono a seconda della inclinazione politica grosso modo in quelli che sostengono con l’era Trump la fine della globalizzazione e il ritorno delle sovranità nazionali,e sono fautori dello scontro di civiltà (Samuel Huntington 1996) tout court (94,96 Graziano :Frontiere) i cosiddetti sovranisti, nazionalisti e i populisti,area che va conosciuta,situata. Vi sono poi quelli che ritenendo impossibile nel mondo interconnesso chiudere le frontiere,sono per aggiustare l’esistente ,creare una nuova Europa ,un nuovo welfare. Ci sono poi i critici della globalizzazione diciamo da sinistra….(Amartya Sen,Vandana Shiva…).
Noi qui oggi incontriamo con questi autori,posizioni che considerano la globalizzazione come fatto non eludibile. Nello stesso tempo  si sostiene che il capitalismo globale e il potere economico non possono  essere lasciati liberi di autoregolarsi,vistine gli effetti,che ciascuno di noi ha la possibilità di verificare.(Zikek la nuova lotta di classe 28,118)

Più le distanze si riducono,più sorgono muri
Intanto però d'altro canto,il mondo globale diventa da ogni parte specialmente dopo la caduta del muro di Berlino, sempre più  regionalizzato ,con la conseguente necessità  di regolare e proteggere la dimensione locale ,secondo una visione del tipo bottom up.("La popolazione deve sentire che ha un margine a disposizione per poter delineare collettivamente un futuro stimolante")
Ma i sistemi politici, non sono più in grado di controllare nè l’economia nè lo sviluppo tecnologico. E’ sempre più chiaro che non sono più  gli Stati Nazione a dettare l’agenda ,nemmeno quella politica,ma bensì oscure potenze sovranazionali,e le Multinazionali attraverso i Trattati  Internazionali….(Zikek op cit  22 )
 (Sulla globalizzazione, voglio ricordare che: si sostiene sulla finanziarizzazione dell’economia, lo sviluppo tecnologico,che ha necessità di espansione e  integrazione dei mercati in regime postprotezionista, delocalizzazione,  cambiamento della struttura del lavoro che determina fenomeni di emigrazione interna e internazionale,la crisi dei distretti industriali,l’emergere di coloro che Bauman definisce “i superflui”  (Bauman Fiducia e Paura nella Città 68/69)… ("malaise della globalizzazione")
Allora noi,la gente comune la nostra esperienza di questo mondo che cambia,come la gestiamo,a chi interessa,cosa ce ne facciamo,dove troviamo una guida,una linea,come reagiamo,cosa diciamo ai figli?
L’immigrazione. Ci sono davvero tematiche nuove nelle nostre società. Noi gente comune, sospesi tra i nostri pregiudizi e il desiderio di contribuire ,nel nostro piccolo,a volte propendiamo per lo scontro di civiltà (non c’è niente da fare,l’Islam è un male in sé…),altre volte ci lanciamo in tentativi di comunicazione che si sostengono su un sottofondo di questo tenore:“ma da dove escono questi qui,mica ce li siamo vinti alla lotteria!…sono poveri e sfortunati,li aiutiamo,ma ma come mai sono così diversi (Graziano:la frontiera è qualche cosa che gli immigrati portano con sé 82 ) ,con il retropensiero che dovranno pure diventare prima o poi come noi,cioè passare dalla parte giusta!”Integrati! (Freud e l’identificazione)
Zizek lucidamente dice che bisogna essere chiari e uscire dai mantra moralistici della sinistra (buonismo,mera tolleranza,condanna dell’eurocentrismo ecc ecc): e se scoprissimo che costoro sono come noi,egoisti ecc (Zizek op cit 99,100 …e Bauman sa che noi cerchiamo in fondo di essere lasciati in pace,già piegati come siamo dalla mancanza di prospettive di questo periodo (op cit 67)…. Freud ci parla della fatica che al singolo costa il vivere nella civiltà (S.Freud Disagio della Civiltà ,in Opere 597,628).“Ama il prossimo tuo come te stesso” è un comandamento assurdo,resosi però necessario per la civiltà per controbilanciare  la forza pulsionale aggressiva del singolo,che va in senso esattamente contrario.( la civiltà per tenere uniti gli individui stabilisce modalità per sviluppare  legami emotivi impiegando per questo l’enegia pulsionale spostata nella sua meta su:amore,identificazioni,e sull'esempio di  grandi personaggi (F.Einstein Carteggio:Perchè la Guerra?in Opere.300)
Allora?La Civilizzazione come punto fermo: (F.E. Carteggio 302)

Freud sa che la civilizzazione tiene lontana la guerra,(perché eros fa di piu d’uno uno…) ,che "tutto ciò che favorisce l'incivilimento lavora anche contro la guerra"(1932 carteggio einst.303)
(Memo:luglio/settembre 32.nel nov.1932 a Hitler è adffidato il governo e nel 33 vince le elezioni.dal 33 iniziano persecuzioni e nel 35 leggi razziali.Germania esce dalla Società Nazioni.36/39 guerra civile spagna…38 emigra Freud
Settembre 39 muore Freud a Londra,Maresfield Gardens//
Einstein Nobel Fisica 21.nell' ottobre 33 emigra Usa licenziato professore Università Berlino leggi razziali))

 E se civilizzazione significa che eros e thanatos devono procedere intrecciate (F op cit.630…), su cosa appoggiare le pratiche e le politiche ?e questo sia a livello macro, che per quanto riguarda ciascuno di noi.
”Per capire il mondo nuovo bisogna sapersi porre domande nuove” (G.Fofi)
Ci vuole dunque una seria volontà di leggere veramente cosa sta succedendo se si vogliono predisporre “ seri processi di gestione del fenomeno”.Evidentemente è necessario un salto qualitativo a livello politico europeo,che porti a soluzioni chiare,gestite e programmate a livello centrale ,ma questo non sarà possibile senza l'accettazione della realtà strutturale dei cambiamenti in atto ,e a questo proposito Zizek  ,cita i cinque stadi dell'elaborazione del lutto della Kubler Ross che qui suonano ironici ma per nulla fuori luogo (Z op cit pag 7) .
Una nuova cultura  sta plasmando i nostri paesi 
(non c’è più l’Europa che abbiamo conosciuto da bambini,interi mestieri spariscono:artigiani contadini operai)…, come farne una positiva Leitkultur (vedasi il dibattito in Germania),che sia emancipatrice e condivisa da cui partire per sostenere una autentica mescolanza e coesistenza delle diverse culture che  abitano l'Europa ?
Questo è compito che riguarda tutti e ciascuno,ma soprattutto tenendo la barra sui Valori culturali europei..

Le idee fondate sulla ragione(no religione superstiziosa,no tradizione paternalistico fascista,no mercato autoregolantesi...) sono per definizione universali…

Zizek è molto chiaro sulla centralità dei valori culturali europei senza che vi sia il timore di risultare eurocentrici (egualitarismo,protezione delle libertà individuali dalle pressioni di gruppi,libertà di culto,diritti umani fondamentali,welfare state …),per lo stesso motivo Malik ugualmente si appella ai valori illuministici nati nel nostro continente ,i valori di base del liberalismo, che sono gli unici valori e atteggiamenti necessari per progredire sul fronte dei diritti politici e della giustizia sociale e con i quali si implementano le politiche progressiste.
 I valori Occidentali perché sono universali sono da difendere e mantenere non tanto come motivo di orgoglio nazionalista da usare nello scontro civiltà ma come patrimonio dell’umanità da amare,portato dal nostro Continente ,insieme alle tante responsabilità che ha e sono in parte all’origine della situazione attuale..

Ma allora dovremmo trovare tra noi occasioni di scambio ,di comunità,….Ma perché questo e così difficile,quasi impossibile ,a meno di  applicarvi un vero immane sforzo di volontà collettiva (Bauman op cit 79)che per ora non pare esserci (Zizek op cit :117)??

In Europa E' chiaro che la nostra civiltà  si trova in un momento di difficoltà, proprio perché è complessa. (v.Edgar Morin).Siamo una società (paradossalmente il posto più sicuro al mondo,) che reclama sicurezza,
Ma come Freud osserva ,la ricerca di sicurezza è già alla nascita delle prime forme di civilizzazione:il diritto nasce come  forza del gruppo che subentra alla violenza del singolo,del più forte:poi nasce la famiglia ,nasce il gruppo, legato da vincoli di sangue ma anche  di lavoro,e così via..tutte queste forme hanno fornito sicurezza e ciascuno ha rinunciato a parte dell’immediato soddisfacimento pulsionale per ricevere in cambio dal gruppo riconoscimento e protezione…anche  Bauman prosegue su questa linea quando  dice che la fratellanza ha assicurato sicurezza al singolo fino dalla notte dei tempi. Poi,Nell’epoca moderna del mondo solido , è lo stato che provvede  alla sicurezza del singolo sempre più solo e isolato dai legami tradizionali,mediante  reti protettive ideate e amministrate a questo fine :il welfare,ma anche la fabbrica fordista produce legami di fiducia,competenza,sicurezza, associazionismo,lo stesso sindacato..ecc..).Prende forma la solidarietà mediante legami artificiali ma che funzionano per l’obiettivo.(B 7)
Bauman vede l'individuo contemporaneo ( soprattutto ceto medio e classe lavoratrice)  vivere nel mondo liquido creatosi dopo la deregulation ,in cui la competizione si è sostituita alla solidarietà che era la forma artificiale ma solida,del trattamento della paura nel legame sociale propria del mondo solido. Oggi l'uomo moderno è isolato ,insicuro sempre più inadeguato alle sfide che si presentano con rapidità impressionante perché possa approntare strumenti adeguati:così, il 
bisogno di sicurezza è politicamente indirizzato 
verso la percezione di insicurezza ,e  la  xenofobia,e la proposta di capri espiatori muri e frontiere,sono le offerte politiche attuali al trattamento della paura (7, 10,44),è marketing politico, o come direbbe Freud sono il modo attuale ,di segno regressivo e difensivo,dei legami emotivi fra gli individui,ciò che li tiene uniti.(Graziano op cit 104,160)

Lo sviluppo tecnologico ci impone di integrare mutamenti importanti in tempi troppo rapidi;il tempo è frantumato,le distanze azzerate( e paradossalmente si reclamano confini..)…
In questo contesto sociale,anche la Psicanalisi è da anni alle prese con la necessità di avanzamenti teorici e modificazioni nella pratica clinica,che spieghino , descrivano e forniscano risposte adeguate al disagio contemporaneo, poichè i sintomi cambiano nel tempo e oggi sembrano delineare  "l'uomo senza inconscio in un'epoca senza desiderio".Ci si chiede  se "Internet ci rende stupidi?" o si descrive"L'epoca delle passioni tristi".(Scritti di M.Fochi,Nicholas Carr,M.Benasayag).

I diritti dell'individuo garantiti dal pensiero liberale,sono paradossalmente il veicolo con cui il mercato si fa strada nel desiderio ,e così
Anche il corpo diviene nel Mercato,teatro della nuova Tecnologia
L’individualismo e il mercato fanno si che ciascuno possa decidere e ottenere ciò che è valido per sé ;la legge, le norme universali sono soggette a torsioni dalle soddisfazioni individuali che la scienza e la tecnica rendono ora possibili,per cui le azioni del singolo sul proprio corpo  obbligano la medicina e il diritto e quindi la morale pubblica a modificarsi oltre ogni limite finora pensabile. Tutto pare possibile poiché Tutto è reperibile sul mercato. Al superio feroce del Devi,si sostituisce quello altrettanto feroce che impone di godere ,oltre ogni limite. Tutto è possibile e ciascuno si fa la legge da sé.
Su questo quadro della civiltà occidentale capitalistica,si innesta l’immigrazione: persone che provengono da mondi e culture sconosciuti e se li portano dietro con nessuna intenzione di liberarsene ,arrivano a riscuotere i diritti che l’Europa garantisce all’individuo.  
Sono i nuovi Vicini,che nessuno ha invitati. (B 69/Z 90)

BIBLIOGRAFIA


LETTERATURA:  HAMIN MAALOUF

LA LANGUE ET LA FRONTIERE NAZIR HAMAD

SLAVOJ ZIZEK LA NUOVA LOTTA DI CLASSE

LAICITA’ O BARBARIE MICRO MEGA 4/05

FRONTIERE MANLIO GRAZIANO

FIDUCIA E PAURA NELLA CITTA’ ZYGMUNT BAUMAN
IL MULTICULTURALISMO E I SUOI CRITICA KENAN MALIK
IL PERDENTE RADICALE H.M. HENZENSBERGER
SULL’OSPITALITA’ JACQUES DERRIDA
FREUD :DISAGIO DELLA CIVILTA’/ PERCHE’ LA GUERRA (carteggio F. Einstein)
IMMAGINARE IL FUTURO Autori Vari
 

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