E’ un tema difficile,sul piano dell’eziologia e del
trattamento. È uno dei 4 concetti
E’ PULSIONALE CIO’ CHE NON POSSO NON FARE;E’ NEVROTICO CIO’
CHE NON POSSO FARE.
Godimento è la
soddisfazione di tipo pulsionale,specie della pulsione di morte,provata nel
sintomo,e il soggetto vi è legato. È altro dal principio di piacere che è
confort,felicità,costanza..qui regna l’eccessivo,il disordine,lo sregolamento
In Freud come in Lacan lo stile di
godimento di un soggetto è sempre legato a un primo evento di godimento con valore
traumatico e dipende essenzialmente nella sua sensibilità da ciò che gli viene
dall'altro jam46
Il fantasma è la matrice a partire dalla quale
la realtà prende senso e si ordina per
il soggetto .è la finestra del soggetto sul reale.schermo e finestra.jam
ANDREMO A VEDERE Ciò CHE NEI SINTOMI è PULSIONALE E
DESTINATO A RIPETERSI,E CHE TIPO DI SODDISFAZIONE SIA QUELLA DELLA pulsione.al
godimento non possiamo sottrarci ma possiamo trattarlo in modo che si orienti
verso la dimensione del desiderio. Riamne che ,svuotato di godimento un
sintomo,ne appare un altro..
La pulsione,per il suo essere radicata nel corpo,non è tutta
significantizzabile,rimane un resto:reale. Un nucleo che può diventare motore
,il vuoto intorno cui lavorare per inventare e creare una dimensione
altra,verso il sintomo
Se un sintomo si ripete a causa della sua compnente
pulsionale,e la psicanalisi ha come strumento la parola,bisogna dire che dal
punto di vista della rimemorazione o della storia o della causa,si arriva fino
ad un certo punto.sempre rimane un resto non dicibile inassimilabile non
significantizzabile,proprio dovuto alla struttura al limite tra lo psichico e
il somatico proprio della pulsione.
Ciò che pulsionale si presenta come domanda,rivolta al campo
dell’altro,o incistata nel corpo.la domanda pone in campo un desiderio,che
nella ripetizione è limitato,circoscritto dalla fissità della ripetizione.è
domanda di nuovo,ma ciò che trova uno scacco,un incontro mancato,il tragitto
pulsionale manca l’oggetto,gira intorno ad un vuoto,si soddisfa del tragitto,è
indifferente all’oggetto.e riparte:è coazione,è il demonio.
Questo schema ,questo automato questo incontro traumatico
con il reale dello scacco ,è colorato dal godimento.
Il dispiacere,il dolore,il disordine,mortiferi perché propri
della pulsione di morte sono presi nel sintomo che si ripete e sono una
soddisfazione alla quale il soggetto è legato.
Come spostare il godimento verso un desiderio più
creativo,più inventivo,facendone buon uso,come servirsi del vuoto,del reale
trauma che è al cuore del fantasma,facendolo causa di questo desiderio,anziché
oggetto preso nella ripetizione??
Per situare
una ripetizione non bisogna sbagliarsi.All'inizio del suo insegnamento Lacan
l'aveva situata dal lato dell'ordine simbolico come l' automaton per eccellenza
ma in seguito, per quanto regolare possa sembrare la ripetizione è situata
fondamentalmente dal lato del reale- trauma. La ripetizione freudiana indica
come inassimilabile la ripetizione del reale –trauma.Proprio perché è inassimilabile
il reale e’ la molla della ripetizione. Ancora una volta se non si distinguono
le due interpretazioni della ripetizione non ci si ritrova affatto. Lacan ha
interpretato la ripetizione in due modi: in un primo tempo come manifestazione
dell'ordine simbolico, in un secondo tempo come ripetizione del reale -trauma .Si
tratta quindi di una ripetizione che viene a fare un buco, a disturbare la
tranquillità, l'omeostasi dell'ordine simbolico. Il simbolico lavora per il
principio di piacere ,per la felicità e il comfort, mentre la ripetizione è al
contrario un fattore di in tranquillità jam uno tutto solo 41
In Freud
come in Lacan lo stile di godimento di un soggetto è sempre legato a un primo
evento di godimento con valore traumatico e dipende essenzialmente nella sua
sensibilità da ciò che gli viene dall'altro jam46
Il fantasma
è la matrice a partire dalla quale la realtà prende senso e si ordina per il soggetto .è la finestra del soggetto
sul reale.schermo e finestra.jam
Gli sviluppi attuali sono molto interessanti ma ci mancano
le parole (l’operaio conosce 100 parole..),anche a carattere critico,si vedano
i lavori di Sciacchitano.(PER ESEMPIO SE DIRo’ PSICANALISI PARTO DALLA IDEA CHE
NON SIAMO IN CONTESTO MEDICALE.Se dico psicoterapia parto dall’idea che vi sia
campo di cura.)
Sono tante le modalità di ripetizione di cui farò cenno,e
tutte accomunate dal fatto che una forza potente,oscura,più primitiva e
pulsionale, si sovrappone all’io e si manifesta in atto.E’ un atto.E’
l’inconscio in atto. Ed è l’incontro con uno scacco che si ripete. L’incontro
con un incontro in quanto mancato.
Freud nel 20 si trova alle prese con le nevrosi di guerra
,in cui evidentemente non è a causa di una lesione meccanica,fisica,che
riscontra nei sogni dei soldati il ripetersi dell’evento traumatico. Dunque il
sogno non è sempre la realizzazione di un desiderio?C’è qui un eccitamento al di là del principio di
piacere,da lui osservato come fondamento
del funzionamento psichico (evitare il dispiacere. La realtà non è
conosciuta;il fantasma ).
Nevrosi di destino,nevrosi coatte e nevrosi di scacco sono
gli scenari che lo interessano principalmente in questo scritto, tutte
manifestazioni che si ripropongono con carattere coatto,al punto da farlo concludere
che la ripetizione è dalla parte del demonio,ha del diabolico.
Nel compito di proteggere l’organismo dall’eccesso di
stimoli provenienti dall’esterno ,preservare
il piacere e impedire il dispiacere,si costituisce una sorta di filtro
dato dal sistema percezione-coscienza,e gli organi di senso , quelli motori e
altre competenze ad es. il giudizio,si incaricano di questo compito. La realtà
è sempre evacuata,o colorata dal
fantasma ).
Ma le eccitazioni provenienti dall’interno non godono di un
tale sistema di protezione,per cui
possono giungere all’io somme di eccitamento destabilizzanti. Sempre al fine di
perseguire il PP Ecco sorgere la rimozione,che mantiene queste forze sotto
controllo sottraendole alla coscienza. Sono in genere emozioni legate a tracce
mnestiche,tracce di ricordi di esperienze che hanno avuto valore traumatico
(def di trauma). Proprio al fatto che sono ricordi è dovuta la loro
vitalità,anche se sono mantenuti dimenticati
dalla rimozione. Il dispiacere è dato da ricordi.
E qui fallisce il PP
Sono questi ricordi traumatici ,rimossi,ma vivi e che
reclamano sfogo,che danno luogo ai vari sintomi nevrotici (formazioni di
compromesso. Io servitore di tre padroni
), tra cui si colloca la ripetizione.
La cura in un primo tempo confidando nelle possibilità della
parola,si propone dunque di riportare a disposizione della coscienza gli eventi
traumatici rimossi,mantenuti allo stato primitivo dell’epoca infantile in cui
ebbero luogo (processi primari) e a cui il soggetto si è fissato. (c’è stata
fissazione a certi eventi traumatici,che diventano organizzatori della
soggettività,ma non tutti gli eventi traumatici sono produttori di nevrosi) .
Dunque il tema della causa è da ricercare nella storia
del soggetto e si tratta quindi di favorire la liquidazione degli affetti
rimossi mediante rimemorazione e grazie al transfert sull’analista.
Però,Freud dopo circa 30 anni di pratica della psicanalisi
constata la permanenza per l’essere umano del dispiacere,del dolore,inspiegabile
dal punto di vista del PP.
Non si arriva a dire tutto,non si rimemora tutto,la parola
non può giungere alla sorgente del trauma:rimane un resto “reale”.
Sorge in Freud la convinzione che questa sia la
manifestazione della pulsione di morte,e che sia una forza piu’ potente e
primitiva e pulsionale dell’Io ad agire nella ripetizione
Si trova perciò a ripercorrere la nascita della vita a
partire dalla materia,e reputa che lo scopo della vita sia di tornare da dove è
scaturita: cioè allo stato inorganico:la morte viene prima della vita ed è lo
scopo della vita stessa. Interpreta perciò la coazione a ripetere come espressione di questa aspirazione della vita a tornare ad uno stadio antecedente
e ne definisce ulteriormente la natura :la
ripetizione nella sua dimensione di coazione
è alleata e veicolata dalle pulsioni,in
particolare dalla pulsione di morte.
Lacan prosegue sulla
strada di Freud su questa insormontabilità dell’inconscio ad essere detto , irrappresentabile,
impossibile a dirsi tutto nella rimemorazione ,(la verità non si dice che a
metà);e persiste nella domanda che si ripete del soggetto all’Altro,al livello
della causa,un resto inassimilabile,reale, e per questo traumatico,destinato condizionare
anche
il desiderio, nella ripetizione.
Da questo punto di vista e con Lacan,nella ripetizone si
vede l’esito di un difetto una imperfezione di iscrizione delle tracce
mnestiche nell’inc.
Non si tratta con Lacan tanto del passato che ritorna ma di una domanda-pulsionale in atto,destinata
per struttura a ripetere il giro intorno all’oggetto, senza incontrarlo,(essendo
la pulsione interessata al giro più che all’oggetto-e si vede bene ciò nella
dipendenza da sostanze -) rivolta al campo dell’Altro ,che si ripete cercando
del nuovo ogni volta,sostenuta da un desiderio fissato al proprio reale
C’è desiderio,ma è limitato,reso angusto , fissato al reale-trauma inassimilabile (questo non mi
appartiene!Non so da dove venga.sarebbe tutto così semplice!) della ripetizone
pulsionale, conservatrice per struttura .Puro automa ton:reale –trauma nella
misura in cui il pensiero non lo incontra,e ritorna sempre allo stesso posto .
Lacan va oltre Freud nel dire che il desiderio oltre a disaggregarsi
dalla ripetizione pulsionale e dalla fissità al reale del trauma,deve
oltrepassare il PP: perciò la soddisfazione non sarà piu’ tanto nella tranquillità e comfort offerti
dal principio di piacere ottenuti
secondo Freud attraverso la rimemorazione.
Ma non può nemmeno sostanziarsi nel godimento mortifero ,che è la soddisfazione della pulsione di morte e che si produce nel disordine e nell’eccitazione
(dispiacere) che gli sono propri
L’imperativo categorico stesso ,nel nostro tempo da questo
punto di vista non è più tanto il Devi!, quanto il Godi-proprio della
ripetizione- senza più limiti!
Vedete come il confine (e con esso il Padre) sia sempre
presente nella dimensione dello psichico..
E qui sono anche in
gioco sia il narcisismo nella sua dimensione mortifera che il superio, nella
società postcapitalistica e consumistica …
CURA O ESPERIENZA?
RICONCILIARE IL SOGGETTO CON LA PROPRIA
STRUTTURA
Lascito medicale di Freud.Il soggetto non è malato,ma in
disaccordo con la propria struttura.
Quindi, al di là delle soddisfazioni date dall’omeostasi proprie
del PP, e dal godimento proprio della pulsione –di morte-,quale sarà la soddisfazione che il soggetto troverà attraverso la
cura?
Fare buon uso del
godimento,virandolo verso il desiderio
Come potrà liberare e soddisfare il proprio desiderio ,portandolo
al di là della ripetizione?
Come potrà modificare il rapporto con la realtà,stante
che la ripetizione è presa nel fantasma,cioè è al cuore del soggetto?
SPOSTARSI CON INVENZIONE E CREATIVITA’ DA
QUESTA SODDISFAZIONE DEL TIPO GODIMENTO mortifero,mediante il TRANSFERT,VERSO
LA CREATIVITà CHE UTILIZZA IL REALE
E il reale trauma è lì,inassimilabile,da
utilizzare però come motore per il desireio
Questo è il compito
della clinica,di una psicanalisi.
Affinchè ciò che si è avviato come problema della
ripetizione proceda sull’interrogarsi rispetto alla natura del desiderio.
(pag 209 Freud la
COAZIONE)///Ecco che Freud la vede nelle nevrosi di destino o di
scacco,appunto,o nelle nevrosi traumatiche.(reale-trauma) 72,73,75,82,83
HILTEMBR/// Ciò che succede è che contrariamente a ciò che il principio
di piacere (filtro per attutire
l’intensità degli stimoli dall’esterno,ma anche quelli dall’interno (FREUD 214 in fondo-215 inizio: stimoli
ext e int---proiezione)/// La pulsione si soddisfa nel
tragitto,non nell’oggetto. ( FREUD 222 metà e 224 fine)
/// l’automatismo di ripetizione :una
forza a cui non si può resistere,obbligo a fare qualcosa,nevrosi ossessive
anche le fobie Hilt 80) ,diventando
così una parte della resistenza alla cura,e va lavorato in quanto resistenza
/// in un lavoro congiunto paziente e
terapeuta (il terapeuta obbliga il paziente a trasformare la
ripetizione nel ricordo che l’ha condizionata 81 : non si può fare da
soli) V. Hilt 78)/// nell’organico ( v.ripetizioni nella vita in genere Hilt
82 identificazione della figlia con la madre) Hilt 83 “la ripetizione è r di
una situazione,di un dramma,il dramma della pulsione e della forza della
pulsione che la ripetizione mette in opera”.. /// l’automaton:un automatismo
senza soggetto,che appare complice della pulsione ,acefala,appunto: (la pulsione-automaton
è bene descritta dalla clinica della
bulimia HILT 85///
DI CIACCIA: Il godimento è quindi collegato al corpo, ma quello
che Lacan chiama “corpo” è l’incarnazione dell’Es freudiano. Non
è il corpo che gode, poiché si tratta del corpo che “si” gode: ossia non è il
corpo che gode del rapporto sessuale, non è l’organo che gode di sé, ma è il
corpo che gode di se stesso. Lacan la raffigura nella statua di santa Teresa
d’Avila del Bernini.
D’altro canto il linguaggio stesso non è più valido per
comunicare o equivocare (come è tipico del linguaggio umano), poiché c’è un
linguaggio che ha effetti di godimento sul corpo, un linguaggio cioè che serve
a godere, e che egli chiama la “lalingua”.
Finalmente è questa congiunzione di significante e godimento che
Lacan chiama “reale”, che è quel reale che si racconta in analisi: si tratta dell’effetto
degli incontri contingenti tra il significante e il godimento. Incontri che
però, una volta avvenuti, diventano necessari, anche se impossibili da
sopportare. Così come lo è il trauma in ogni destino soggettivo. E’ questo
“reale” che viene portato in analisi.
Tutto ciò porta a uno spostamento rispetto al punto di
applicazione della pratica analitica. Infatti nel primo Lacan la pratica
clinica si basa sulla mancanza-a-essere e sul desiderio di essere. In questo
contesto l’interpretazione analitica tende a riconoscere il desiderio del
soggetto che è sottointeso e a portarlo alla luce. Ogni volta che si
interpreta, un sogno per esempio, si interpreta nel regime dell’interpretazione
di riconoscimento. Dirò che questa modalità rimane di grande efficacia
soprattutto negli adolescenti. Abbiamo a che fare qui con un Lacan
freudohegeliano. Ma quando Lacan diventa freudolacaniano l’interpretazione non
sarà più centrata sul riconoscimento del desiderio, ma sulla causa del
desiderio, che, come ho detto, prende forma nell’oggetto a. Ossia
l’asse è spostato dal desiderio, il quale viene dall’Altro, al godimento, il
quale è, sempre, dal lato della Cosa, in diretto contatto con il corpo pulsionale.Tuttavia
il passaggio fondamentale da godimento negativo a godimento positivo si
sviluppa su tre piani. Il primo piano concerne il fatto che il godimento
primario sarebbe dell’ordine del positivo. Possiamo ipotizzare, Lacan lo dice
più volte, che sia lo statuto del corpo vivente il poter godere di sé: ogni
corpo vivente sarebbe (notate il condizionale) autogodente, come i gigli del
campo evangelici. I problemi sorgono però con l’iscrizione del corpo vivente
nel linguaggio: qui la libido non è più diretta in modo univoco dall’istinto,
ma, nella pulsione, trova più possibilità di soluzione, e sorgono quei problemi
che si condensano nei sintomi che rivelano le difficoltà che l’umano ha a
livello delle cose dell’amore e del lavoro (per dirla con Freud).
Lacan segna il passaggio da godimento
mortifero a godimento non solo vivibile ma creativo variando il termine sintomo
con “sinthomo”.[8]
Il sintomo comporta un godimento mortifero di cui il soggetto non riesce a fare
a meno: nella sua ripetizione si tratta di un godimento che è tale per
l’apparato inconscio ma non per la persona. Il sinthomo (antica grafia del
termine, anche in italiano) comporta invece che il corpo “si” gode nella
ripetizione, la quale non comporta sofferenza per la persona, la quale, al contrario,
ci trova spunto di creazione e
d’invenzione.
Questo spostamento si precisa nel fatto che la pratica clinica,
secondo Lacan, si prolunga al di là del punto che Freud considerava come la
fine dell’analisi. Vale a dire che, se Freud si trova confrontato, alla fine
di un’analisi, con un resto sintomatico, considerato invalicabile, Lacan
considera questo resto come qualcosa che è alle origini stesse del soggetto e
ne costituisce l’evento originario e al contempo permanente, ossia si reitera
in modo incessante.
Un’immagine che lo rappresenta è “il frattale”:[9] l’oggetto
frattale mostra che la reiterazione del medesimo tramite applicazioni
successive dà forme molto complesse. L’interpretazione per Lacan tende a
isolare in logica questo oggetto frattale iniziale, che è ciò per cui un
individuo può dire: “io sono ciò che sono”.
Come dicevo, Lacan chiama tutto ciò sinthomo, e un parlessere vi
scopre la sua singolare modalità di “godersi”.
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