Hans Holbein - Gli Ambasciatori

martedì 15 ottobre 2019

LA RIPETIZIONE :BROGLIACCIO CONFERENZA 10 OTTOBRE 2019 VENTIMIGLIA



E’ un tema difficile,sul piano dell’eziologia e del trattamento. È uno dei 4 concetti
E’ PULSIONALE CIO’ CHE NON POSSO NON FARE;E’ NEVROTICO CIO’ CHE NON POSSO FARE.
Godimento è la soddisfazione di tipo pulsionale,specie della pulsione di morte,provata nel sintomo,e il soggetto vi è legato. È altro dal principio di piacere che è confort,felicità,costanza..qui regna l’eccessivo,il disordine,lo sregolamento
In Freud come in Lacan lo stile di godimento di un soggetto è sempre legato a un primo evento di godimento con valore traumatico e dipende essenzialmente nella sua sensibilità da ciò che gli viene dall'altro jam46
Il fantasma è la matrice a partire dalla quale la realtà prende senso e si ordina  per il soggetto .è la finestra del soggetto sul reale.schermo e finestra.jam

ANDREMO A VEDERE Ciò CHE NEI SINTOMI è PULSIONALE E DESTINATO A RIPETERSI,E CHE TIPO DI SODDISFAZIONE SIA QUELLA DELLA pulsione.al godimento non possiamo sottrarci ma possiamo trattarlo in modo che si orienti verso la dimensione del desiderio. Riamne che ,svuotato di godimento un sintomo,ne appare un altro..
La pulsione,per il suo essere radicata nel corpo,non è tutta significantizzabile,rimane un resto:reale. Un nucleo che può diventare motore ,il vuoto intorno cui lavorare per inventare e creare una dimensione altra,verso il sintomo
Se un sintomo si ripete a causa della sua compnente pulsionale,e la psicanalisi ha come strumento la parola,bisogna dire che dal punto di vista della rimemorazione o della storia o della causa,si arriva fino ad un certo punto.sempre rimane un resto non dicibile inassimilabile non significantizzabile,proprio dovuto alla struttura al limite tra lo psichico e il somatico proprio della pulsione.
Ciò che pulsionale si presenta come domanda,rivolta al campo dell’altro,o incistata nel corpo.la domanda pone in campo un desiderio,che nella ripetizione è limitato,circoscritto dalla fissità della ripetizione.è domanda di nuovo,ma ciò che trova uno scacco,un incontro mancato,il tragitto pulsionale manca l’oggetto,gira intorno ad un vuoto,si soddisfa del tragitto,è indifferente all’oggetto.e riparte:è coazione,è il demonio.
Questo schema ,questo automato questo incontro traumatico con il reale dello scacco ,è colorato dal godimento.
Il dispiacere,il dolore,il disordine,mortiferi perché propri della pulsione di morte sono presi nel sintomo che si ripete e sono una soddisfazione alla quale il soggetto è legato.
Come spostare il godimento verso un desiderio più creativo,più inventivo,facendone buon uso,come servirsi del vuoto,del reale trauma che è al cuore del fantasma,facendolo causa di questo desiderio,anziché oggetto preso nella ripetizione??
Per situare una ripetizione non bisogna sbagliarsi.All'inizio del suo insegnamento Lacan l'aveva situata dal lato dell'ordine simbolico come l' automaton per eccellenza ma in seguito, per quanto regolare possa sembrare la ripetizione è situata fondamentalmente dal lato del reale- trauma. La ripetizione freudiana indica come inassimilabile la ripetizione del reale –trauma.Proprio perché è inassimilabile il reale e’ la molla della ripetizione. Ancora una volta se non si distinguono le due interpretazioni della ripetizione non ci si ritrova affatto. Lacan ha interpretato la ripetizione in due modi: in un primo tempo come manifestazione dell'ordine simbolico, in un secondo tempo come ripetizione del reale -trauma .Si tratta quindi di una ripetizione che viene a fare un buco, a disturbare la tranquillità, l'omeostasi dell'ordine simbolico. Il simbolico lavora per il principio di piacere ,per la felicità e il comfort, mentre la ripetizione è al contrario un fattore di in tranquillità jam uno tutto solo 41
In Freud come in Lacan lo stile di godimento di un soggetto è sempre legato a un primo evento di godimento con valore traumatico e dipende essenzialmente nella sua sensibilità da ciò che gli viene dall'altro jam46
Il fantasma è la matrice a partire dalla quale la realtà prende senso e si ordina  per il soggetto .è la finestra del soggetto sul reale.schermo e finestra.jam


Gli sviluppi attuali sono molto interessanti ma ci mancano le parole (l’operaio conosce 100 parole..),anche a carattere critico,si vedano i lavori di Sciacchitano.(PER ESEMPIO SE DIRo’ PSICANALISI PARTO DALLA IDEA CHE NON SIAMO IN CONTESTO MEDICALE.Se dico psicoterapia parto dall’idea che vi sia campo di cura.)
Sono tante le modalità di ripetizione di cui farò cenno,e tutte accomunate dal fatto che una forza potente,oscura,più primitiva e pulsionale, si sovrappone all’io e si manifesta in atto.E’ un atto.E’ l’inconscio in atto. Ed è l’incontro con uno scacco che si ripete. L’incontro con un incontro in quanto mancato.
Freud nel 20 si trova alle prese con le nevrosi di guerra ,in cui evidentemente non è a causa di una lesione meccanica,fisica,che riscontra nei sogni dei soldati il ripetersi dell’evento traumatico. Dunque il sogno non è sempre la realizzazione di un desiderio?C’è qui  un eccitamento al di là del principio di piacere,da lui osservato come  fondamento del funzionamento psichico (evitare il dispiacere. La realtà non è conosciuta;il fantasma ).
Nevrosi di destino,nevrosi coatte e nevrosi di scacco sono gli scenari che lo interessano principalmente in questo scritto, tutte manifestazioni che si ripropongono con carattere coatto,al punto da farlo concludere che la ripetizione è dalla parte del demonio,ha del diabolico.
Nel compito di proteggere l’organismo dall’eccesso di stimoli provenienti dall’esterno ,preservare il piacere e impedire il dispiacere,si costituisce una sorta di filtro dato dal sistema percezione-coscienza,e gli organi di senso , quelli motori e altre competenze ad es. il giudizio,si incaricano di questo compito. La realtà è sempre evacuata,o  colorata dal fantasma ).
Ma le eccitazioni provenienti dall’interno non godono di un tale  sistema di protezione,per cui possono giungere all’io somme di eccitamento destabilizzanti. Sempre al fine di perseguire il PP Ecco sorgere la rimozione,che mantiene queste forze sotto controllo sottraendole alla coscienza. Sono in genere emozioni legate a tracce mnestiche,tracce di ricordi di esperienze che hanno avuto valore traumatico (def di trauma). Proprio al fatto che sono ricordi è dovuta la loro vitalità,anche se sono mantenuti dimenticati  dalla rimozione. Il dispiacere è dato da ricordi.
E qui fallisce il PP
Sono questi ricordi traumatici ,rimossi,ma vivi e che reclamano sfogo,che danno luogo ai vari sintomi nevrotici (formazioni di compromesso. Io servitore di tre padroni  ), tra cui si colloca la ripetizione.
La cura in un primo tempo confidando nelle possibilità della parola,si propone dunque di riportare a disposizione della coscienza gli eventi traumatici rimossi,mantenuti allo stato primitivo dell’epoca infantile in cui ebbero luogo (processi primari) e a cui il soggetto si è fissato. (c’è stata fissazione a certi eventi traumatici,che diventano organizzatori della soggettività,ma non tutti gli eventi traumatici sono produttori di nevrosi) .
Dunque il tema della causa è da ricercare nella  storia del soggetto e si tratta quindi di favorire la liquidazione degli affetti rimossi mediante rimemorazione e grazie al transfert sull’analista.
Però,Freud dopo circa 30 anni di pratica della psicanalisi constata la permanenza per l’essere umano del dispiacere,del dolore,inspiegabile dal punto di vista del PP.
Non si arriva a dire tutto,non si rimemora tutto,la parola non può giungere alla sorgente del trauma:rimane un resto “reale”.
Sorge in Freud la convinzione che questa sia la manifestazione della pulsione di morte,e che sia una forza piu’ potente e primitiva e pulsionale dell’Io ad agire nella ripetizione
Si trova perciò a ripercorrere la nascita della vita a partire dalla materia,e reputa che lo scopo della vita sia di tornare da dove è scaturita: cioè allo stato inorganico:la morte viene prima della vita ed è lo scopo della vita stessa. Interpreta perciò la coazione a ripetere come espressione di questa aspirazione  della vita a tornare ad uno stadio antecedente  e ne definisce ulteriormente la natura :la ripetizione nella sua dimensione di coazione è alleata e veicolata dalle pulsioni,in particolare dalla pulsione di morte.
 Lacan prosegue sulla strada di Freud su questa insormontabilità  dell’inconscio ad essere detto , irrappresentabile, impossibile a dirsi tutto nella rimemorazione ,(la verità non si dice che a metà);e persiste nella domanda che si ripete del soggetto all’Altro,al livello della causa,un resto inassimilabile,reale, e per questo traumatico,destinato condizionare   anche il desiderio, nella ripetizione.
Da questo punto di vista e con Lacan,nella ripetizone si vede l’esito di un difetto una imperfezione di iscrizione delle tracce mnestiche nell’inc.
Non si tratta con Lacan  tanto del passato che ritorna ma di una domanda-pulsionale in atto,destinata per struttura a ripetere il giro intorno all’oggetto, senza incontrarlo,(essendo la pulsione interessata al giro più che all’oggetto-e si vede bene ciò nella dipendenza da sostanze -) rivolta al campo dell’Altro ,che si ripete cercando del nuovo ogni volta,sostenuta da un desiderio fissato al proprio reale
C’è desiderio,ma è limitato,reso angusto , fissato  al reale-trauma inassimilabile (questo non mi appartiene!Non so da dove venga.sarebbe tutto così semplice!) della ripetizone pulsionale, conservatrice per struttura .Puro automa ton:reale –trauma nella misura in cui il pensiero non lo incontra,e ritorna sempre allo stesso posto .
Lacan va oltre Freud nel dire che il desiderio oltre a disaggregarsi dalla ripetizione pulsionale e dalla fissità al reale del trauma,deve oltrepassare il PP: perciò la soddisfazione non sarà  piu’ tanto nella tranquillità e comfort offerti dal principio di piacere  ottenuti secondo Freud attraverso la rimemorazione.
Ma non può nemmeno sostanziarsi nel godimento mortifero ,che è la soddisfazione  della pulsione di morte  e che si produce nel disordine e nell’eccitazione (dispiacere)  che gli sono propri
L’imperativo categorico stesso ,nel nostro tempo da questo punto di vista non è più tanto il Devi!, quanto il Godi-proprio della ripetizione- senza più limiti!
Vedete come il confine (e con esso il Padre) sia sempre presente nella dimensione dello psichico..
E  qui sono anche in gioco sia il narcisismo nella sua dimensione mortifera che il superio, nella società postcapitalistica e consumistica …  
CURA O ESPERIENZA? RICONCILIARE  IL SOGGETTO CON LA PROPRIA STRUTTURA  
Lascito medicale di Freud.Il soggetto non è malato,ma in disaccordo con la propria struttura.
Quindi, al di là delle soddisfazioni date dall’omeostasi proprie del PP, e dal godimento proprio della pulsione –di morte-,quale sarà la soddisfazione che il soggetto troverà attraverso la cura?
Fare buon uso del godimento,virandolo verso il desiderio
Come potrà liberare e soddisfare il proprio desiderio ,portandolo al di là della ripetizione?
Come potrà modificare il rapporto con la realtà,stante che la ripetizione è presa nel fantasma,cioè è al cuore del soggetto?
SPOSTARSI CON INVENZIONE E CREATIVITA’ DA QUESTA SODDISFAZIONE DEL TIPO GODIMENTO mortifero,mediante il TRANSFERT,VERSO LA CREATIVITà CHE UTILIZZA IL REALE
E il reale trauma è lì,inassimilabile,da utilizzare però come motore per il desireio

Questo  è il compito della clinica,di una psicanalisi.
Affinchè ciò che si è avviato come problema della ripetizione proceda sull’interrogarsi rispetto alla natura del desiderio.

(pag 209 Freud la COAZIONE)///Ecco che Freud la vede nelle nevrosi di destino o di scacco,appunto,o nelle nevrosi traumatiche.(reale-trauma) 72,73,75,82,83 HILTEMBR/// Ciò che succede è che contrariamente a ciò che il principio di piacere  (filtro per attutire l’intensità degli stimoli dall’esterno,ma anche quelli dall’interno (FREUD 214 in fondo-215 inizio: stimoli ext e int---proiezione)/// La pulsione si soddisfa nel tragitto,non nell’oggetto. ( FREUD 222 metà e 224 fine) /// l’automatismo di ripetizione :una forza a cui non si può resistere,obbligo a fare qualcosa,nevrosi ossessive anche le fobie   Hilt 80) ,diventando così una parte della resistenza alla cura,e va lavorato in quanto resistenza /// in un lavoro congiunto paziente e terapeuta (il terapeuta obbliga il paziente a trasformare la ripetizione nel ricordo che l’ha condizionata 81 : non si può fare da soli)  V. Hilt 78)/// nell’organico ( v.ripetizioni nella vita in genere Hilt 82 identificazione della figlia con la madre) Hilt 83 “la ripetizione è r di una situazione,di un dramma,il dramma della pulsione e della forza della pulsione che la ripetizione mette in opera”.. /// l’automaton:un automatismo senza soggetto,che appare complice della pulsione ,acefala,appunto: (la pulsione-automaton è bene descritta dalla clinica della bulimia HILT 85///



DI CIACCIA: Il godimento è quindi collegato al corpo, ma quello che Lacan chiama “corpo” è l’incarnazione dell’Es freudiano. Non è il corpo che gode, poiché si tratta del corpo che “si” gode: ossia non è il corpo che gode del rapporto sessuale, non è l’organo che gode di sé, ma è il corpo che gode di se stesso. Lacan la raffigura nella statua di santa Teresa d’Avila del Bernini.
D’altro canto il linguaggio stesso non è più valido per comunicare o equivocare (come è tipico del linguaggio umano), poiché c’è un linguaggio che ha effetti di godimento sul corpo, un linguaggio cioè che serve a godere, e che egli chiama la “lalingua”.
Finalmente è questa congiunzione di significante e godimento che Lacan chiama “reale”, che è quel reale che si racconta in analisi: si tratta dell’effetto degli incontri contingenti tra il significante e il godimento. Incontri che però, una volta avvenuti, diventano necessari, anche se impossibili da sopportare. Così come lo è il trauma in ogni destino soggettivo. E’ questo “reale” che viene portato in analisi.
Tutto ciò porta a uno spostamento rispetto al punto di applicazione della pratica analitica. Infatti nel primo Lacan la pratica clinica si basa sulla mancanza-a-essere e sul desiderio di essere. In questo contesto l’interpretazione analitica tende a riconoscere il desiderio del soggetto che è sottointeso e a portarlo alla luce. Ogni volta che si interpreta, un sogno per esempio, si interpreta nel regime dell’interpretazione di riconoscimento. Dirò che questa modalità rimane di grande efficacia soprattutto negli adolescenti. Abbiamo a che fare qui con un Lacan freudohegeliano. Ma quando Lacan diventa freudolacaniano l’interpretazione non sarà più centrata sul riconoscimento del desiderio, ma sulla causa del desiderio, che, come ho detto, prende forma nell’oggetto a. Ossia l’asse è spostato dal desiderio, il quale viene dall’Altro, al godimento, il quale è, sempre, dal lato della Cosa, in diretto contatto con il corpo pulsionale.Tuttavia il passaggio fondamentale da godimento negativo a godimento positivo si sviluppa su tre piani. Il primo piano concerne il fatto che il godimento primario sarebbe dell’ordine del positivo. Possiamo ipotizzare, Lacan lo dice più volte, che sia lo statuto del corpo vivente il poter godere di sé: ogni corpo vivente sarebbe (notate il condizionale) autogodente, come i gigli del campo evangelici. I problemi sorgono però con l’iscrizione del corpo vivente nel linguaggio: qui la libido non è più diretta in modo univoco dall’istinto, ma, nella pulsione, trova più possibilità di soluzione, e sorgono quei problemi che si condensano nei sintomi che rivelano le difficoltà che l’umano ha a livello delle cose dell’amore e del lavoro (per dirla con Freud).
Lacan segna il passaggio da godimento mortifero a godimento non solo vivibile ma creativo variando il termine sintomo con “sinthomo”.[8] Il sintomo comporta un godimento mortifero di cui il soggetto non riesce a fare a meno: nella sua ripetizione si tratta di un godimento che è tale per l’apparato inconscio ma non per la persona. Il sinthomo (antica grafia del termine, anche in italiano) comporta invece che il corpo “si” gode nella ripetizione, la quale non comporta sofferenza per la persona, la quale, al contrario, ci trova spunto di creazione e d’invenzione.
Questo spostamento si precisa nel fatto che la pratica clinica, secondo Lacan, si prolunga al di là del punto che Freud considerava come la fine dell’analisi. Vale a dire che, se Freud si trova confrontato, alla fine di un’analisi, con un resto sintomatico, considerato invalicabile, Lacan considera questo resto come qualcosa che è alle origini stesse del soggetto e ne costituisce l’evento originario e al contempo permanente, ossia si reitera in modo incessante.
Un’immagine che lo rappresenta è “il frattale”:[9] l’oggetto frattale mostra che la reiterazione del medesimo tramite applicazioni successive dà forme molto complesse. L’interpretazione per Lacan tende a isolare in logica questo oggetto frattale iniziale, che è ciò per cui un individuo può dire: “io sono ciò che sono”.
Come dicevo, Lacan chiama tutto ciò sinthomo, e un parlessere vi scopre la sua singolare modalità di “godersi”.




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